Media & Privacy: mezzi e strumenti normativi per la tutela dei dati personali”. È stato il tema dell’interessante convegno che si è tenuto a Napoli all’Università Federico II, organizzato dall’Elsa Napoli (The European Law Students’ Association), la più importante organizzazione europea di studenti in legge.

Oltre me, hanno partecipato al dibattito la Professoressa Fulvia Abbondante, docente di “diritto dell’informazione e della comunicazione”, l’avvocato Adriano D’Ottavio dello studio legale Portolano Cavallo leader nel settore Media&Technology, Roberto Race Segretario Generale di “Competere.eu” e Cecilia Lugato avvocato esperto in Privacy and customer regulation rappresentante Vodafone Italia. L’incontro è stato moderato da Riccardo Guarino, Director delle attività accademiche Elsa Napoli.

È stato un momento importante di riflessione con una platea gremita di futuri giuristi. Nella più antica università pubblica al mondo, nella patria degli studi romanistici, parlare di un diritto relativamente giovane da il senso dei cambiamenti in corso. Si è iniziato a parlare del diritto alla riservatezza nel 1890 con l’articolo “The Right to Privacy”, pubblicato in “Harvard Law Review” da Louis Brandeis e Samuel Warren. In Italia invece solo nel 1937 con Ferrara Santamaria. Come sta accadendo per il “diritto digitale” in generale anche per il diritto alla privacy le fonti di rango giurisprudenziale fanno da preludio a quelle di rango parlamentare. Nel 1956 con la Sentenza n. 4487, la Corte di Cassazione negò la presenza di un diritto alla riservatezza. Il riconoscimento arriva invece solo nel 1975, con la Sentenza della Cassazione n. 2129. Per un pieno riconoscimento dovremo aspettare la Direttiva comunitaria 95/46/CE recepita con la Legge 31 dicembre 1996, n. 675 che ha istituito anche l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Legge abrogata poi nel 2003 con il D.lg. n. 196, il c.d. Codice in materia di protezione dei dati personali.

Le sfide sono tante e soprattutto in continua evoluzione. L’esigenza di tutelare i dati personali aumenta con l’avanzamento tecnologico. La straordinaria evoluzione del mondo digitale ci pone dinanzi a nuove sfide, il più delle volte “combattute” nelle aule di tribunale e spesso senza un’adeguata legislazione. È chiaro ormai a tutti il valore dei dati personali. Un valore economico che giustifica lo strapotere delle compagnie della Silicon Valley. È anacronistico però intraprendere una crociata contro l’innovazione per alzare un recinto a tutela della privacy. Il prezzo da pagare è troppo alto: uscire dalle maglie della storia.

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